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LA TEORIA DEL BIG BANG:

Il Big Bang (letteralmente in inglese "Grande Scoppio") è un modello cosmologico basato sull'idea che l'universo iniziò ad espandersi a velocità elevatissima in un tempo finito nel passato a partire da una condizione di volume ridottissimo e temperatura e densità estreme e che questo processo continui tuttora. È il modello predominante nella comunità scientifica e ha avuto conferme basate su prove e  osservazioni astronomiche.

Se la distanza fra gli ammassi di galassie sta aumentando oggi a causa dell'espansione, ciò suggerisce che essi fossero più vicini in passato. Andando a ritroso nel tempo, densità e temperatura gradatamente aumentano, arrivando a un istante in cui questi valori tendono all'infinito e il volume tende a zero e le attuali teorie fisiche non sono più applicabili (singolarità). Negli acceleratori di particelle si studia il comportamento della materia e dell'energia in condizioni estreme, assai simili a quelle in cui si sarebbe trovato l'universo durante le prime fasi del Big Bang, senza tuttavia la possibilità di esaminare la fisica delle particelle al livello di energia all'inizio dell'espansione. Per tali motivi la teoria non è adeguata a descrivere la condizione iniziale, ma fornisce un'ottima descrizione dell'evoluzione dell'universo da un determinato momento in poi.

L'abbondanza degli elementi leggeri come l'idrogeno e l'elio presenti nel cosmo è in buona corrispondenza con i valori previsti in seguito al processo di nucleosintesi avvenuto nei primi minuti successivi all'istante iniziale. Dopo la scoperta della radiazione cosmica di fondo nel 1964 e soprattutto quando il suo spettro risultò corrispondere allo spettro di corpo nero, la maggior parte degli scienziati fu convinta che i dati sperimentali confermavano che un evento simile al Big Bang aveva veramente avuto luogo.

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